giovedì 4 giugno 2009

Se non saremo tutelati da chi ha il dovere di farlo, ci difenderemo da soli.




Nella notte, tutti i manifesti di casa rossa e partedi quelli degli altri candidati del centrosinistra, sono stati coperti con i fogli del consigliere regionale de La Destra Aldo Tracchegiani.


Se qualcuno avesse dei dubbi su chi sono ancora oggi i fascisti, se li può togliere, andando a vedere i risultati del raid notturno di una squadraccia fascista che ha coperto sistematicamente gran parte dei manifesti non di destra affissi in città, prendendo di mira in particolare Casa Rossa.


Un'azione dagli evidenti caratteri anticomunisti, basti pensare che sugli spazi riservati ai referendum sono affissi solo i manifesti di Casa Rossa, 5 manifesti. mentre gli altri 17 spazi sono ancora senza alcun manifesto.


La squadraccia notturna ha coperto con i manifesti di Tracchegiani i manifesti di Casa Rossa, ma non ha riempito tutti i restanti spazi vuoti.


Quindi si tratta non di fascisti in cerca di visibilità, ma di fascisti esperti in provocazioni. Ci piacerebbe sapere dal candidato sindaco Loretoni cosa pensa di questa azione squadrista dei suoi alleati e sostenitori.


Se li condanna oppure no.


Casa Rossa è pronta a difendersi e inizierà a vigilare con i propri uomini i suoi spazi di informazione.


Non accetteremo ulteriori provocazioni e violenze".

La lista di Casa Rossa

AURELIO FABIANI
Candidato a Sindaco


1 Briguori Antonio Medico
2 Quirino Roberto Impiegato Pubblico
3 Maiocchi Cesare Partigiano dell'Esercito Italiano di Liberazione
4 Carletti Francesca Movimento degli Studenti
5 Fandaulli Federica Movimento degli Studenti
6 Scipioni Tommaso Movimento degli studenti
7 Bernardini Paolo Operaio settore edile Disoccupato
8 Burger Max William Operaio Edile Disoccupato
9 Coricelli Paolo Operaio Metalmeccanico
10 Favaroni Fabrizio Operaio Edile
11 Frau Paolo Operaio settore grafico
12 Getti Maurizio Operaio settore commerciale
13 Latini Mario Operaio Edile
14 Mesca Claudia Cassa Integrata Minerva
15 Natalucci Alessandro Franco Operaio SMMT
16 Perris Michele Operaio agricolo
17 Segarelli Adolfo Operaio settore sanità
18 Tugni Fausto Operaio SMMT
19 Vollono Michele Operaio Metalmeccanico
20 Achille Dario Domenico Operaio settore edile
21 Careri Francesco Ambientalista
22 Antimiani Simon Luca Insegnante
23 Cioli Antonia Attivista Centri Sociali
24 Colocci Vittorio Impiegato sanità in pensione
25 Corizzo Francesco Operatore Sociale
26 Galdini Leonardo Infermiere
27 Massaro Franco Lavoratore Poste
28 Ramacci Francesco Impiegato Ente Pubblico
29 Raspa Luciana Operatrice Sociale
30 Scarficcia Anna Maria Insegnante

Manifesto di Casa rossa sulle politiche ambientali e sull'uso del territorio

Un buon governo della città deve mirare ad una politica globale del territorio che si prefigga di realizzare e mantenere un ambiente sano e gradevole nel quale venga salvaguardata la biodiversità, rivitalizzata la montagna e nello stesso tempo mantenuta una rete di efficaci comunicazioni, buoni servizi, spazi attrezzati, valorizzando la produzione (agricola, industriale, artigianale, artistica, ecc.) per lo sviluppo dell'occupazione.
Un ambiente sano, in cui siano ridotti, o meglio annullati i fattori di rischio collettivi, è la premessa per la salute della popolazione; è oramai ben noto che i diversi fattori inquinanti dell'acqua, del suolo e dell'aria influiscono negativamente sullo stato di salute della popolazione, favorendo la diffusione di malattie cronico degenerative e segnatamente delle neoplasie e delle malattie dell'apparato respiratorio.
Alla luce di questa premessa Casa Rossa si impegna a proseguire nella lotta per il pieno rispetto, da parte della Industria Metallurgica Spoleto, di S. Chiodo, degli impegni presi in termini di insonorizzazione e di controllo, abbattimento ed eliminazione dell'emissione di sostanze inquinanti.
Insomma, occorre un'amministrazione che abbia al centro del suo intervento un concetto più ampio di ambiente inteso nelle sue componenti naturali e sociali.
Casa Rossa si è tenacemente opposta al P.R.G. varato dall'Amministrazione Brunini, consapevole che il suolo è un bene finito, che ogni suo consumo in termini di urbanizzazione trova giustificazione solo di fronte a bisogni reali, e non da previsioni amplificate dalla ricerca di un facile consenso anteponendo l'interesse privato a quello pubblico.
Casa Rossa propone dunque una variante in riequilibrio della volumetrie previste dal Piano Regolatore di Brunini alla luce dei seguenti principi:
1. Definire tutte le componenti ambientali, culturali e sociali che connotano l'identità del territorio.
2. Ricomporre formalmente e socialmente aree urbane destrutturate con azioni di riorganizzazione urbanistica ed ecologica.
3. Recepire, nel rispetto delle popolazioni e delle peculiarità territoriali e ambientali, i tracciati stradali della Flaminia e della Tre Valli, il progetto di raddoppio ferroviario (linea Orte-Falconara), inserendo le aree demaniali di eventuale dismissione nel processo di riorganizzazione degli assetti urbani.
4. Garantire, nel rispetto dell'ambiente, ad ognuno dei centri insediativi del territorio opportunità di miglioramento e sviluppo.
5. Valorizzare le risorse storico, naturalistico e sociali del territorio individuandole quali fattori "urbanistici" sui quali fondare lo sviluppo turistico culturale.
6. Sostenere lo sviluppo economico creando le condizioni entro le quali gli operatori possono agire.
7. Favorire la delocalizzazione, dell'ITALMACH, un fabbrica classificata tra quelle ad alto rischio entro i confini comunali, ma a distanza di sicurezza da abitazioni scuole e uffici.

AMBIENTE AGRICOLO

E' definito il settore primario, ma sembra sia diventato il settore di coda dell'economia del nostro paese.I governanti con la loro azione politica registrano la diminuzione degli addetti in agricoltura mentre la Comunità Economia Europea paga per "non produrre" ed abbandonare i terreni coltivati.
Per la possibile ripresa del settore dobbiamo incoraggiare un'agricoltura sostenibile.
Chi lavora la terra non deve essere considerato solo un produttore di beni alimentari, ma il custode del paesaggio e dell'ambiente.
Questo riconoscimento della valenza ambientale dell'attività agricola non deve limitarsi ad un'asserzione di principio, ma tradursi in un'attenzione maggiore alle aziende agricole che adottano sistemi di produzione ecologicamente sostenibili.
E' necessario quindi:
A. Promuovere ed appoggiare iniziative che attuino una corretta informazione, improntata al principio di precauzione, sui rischi che comporta, a livello della salute ed a livello ambientale, un'agricoltura che faccia massicciamente ricorso alla chimica (fitofarmaci, pesticidi, insetticidi, diserbanti, fertilizzanti ecc.) o attuata manipolando geneticamente organismi vegetali ed animali.
B. Attuare la salvaguardia del biotipo appoggiando la carta delle produzioni tipiche proposta dalla CIA, ma attuate con la tecnica dell'agricoltura eco-sostenibile.
C. Potenziare le riserve di biodiversità per il mantenimento e la protezione dell'esistente, sia nella zona di Capezzano, di proprietà degli Istituti Riuniti di Beneficenza, che in quella di Giano di proprietà comunale, favorendovi inoltre lo studio e la ricerca volte al recupero di specie arboree ed animali estinte o in via di estinzione.
In queste zone sarebbe opportuno associare a quella agricola un'attività di agriturismo consapevole).
D. Praticare una politica di rivitalizzazione della zona montana e collinare anche con il restauro ambientale del paesaggio agricolo e boschivo.
E. Promuovere ed appoggiare iniziative che attuino l'educazione all'ambiente agricolo, boschivo ed urbano.

AMBIENTE URBANO
L'obiettivo è una "Città per tutti" da realizzare risolvendo:
1. Il problema della viabilità nel centro storico mediante: interdizione nel centro storico al traffico dei non residenti, con abolizione delle zone blu di sosta a pagamento, incrementando i collegamenti navetta tra i parcheggi periferici ed il centro storico, garantendo a tutti, in particolare disabili e anziani, di poter vivere tranquillamente la città.
2. Il problema della visibilità, della godibilità dei monumenti e della fruizione degli edifici storici, senza che le automobili e i cantieri li deturpino o li rendano inaccessibili per periodi fin troppo prolungati, mediante un efficace controllo sui tempi di esecuzione e di conclusione dei lavori.
3. Il problema dello spopolamento del centro storico e la ristrutturazione dei manufatti.
I cittadini che vogliono recuperare il patrimonio edilizio ivi esistente hanno un onere in più rispetto a quelli previsti in altre zone: la spesa necessaria per i particolari materiali da utilizzare.
Poiché tutta la comunità beneficia di tali lavori, Casa Rossa propone che sia posto a carico del Comune parte di questo onere aggiuntivo e che si organizzino corsi di formazione sui materiali per aumentare le competenze specifiche degli addetti ai lavori.
4. II problema della autosufficienza energetica, favorendo l'installazione di pannelli fotovoltaici in tutti gli edifici, pubblici e privati, di vecchia o di nuova realizzazione.
5. Si propone che le nuove strutture pubbliche siano realizzate mediante progetto concorso.

Hanno lavorato alla stesura del documento: Bernardino Ragni, Roberto Quirino, Francesco Careri e Antonio Briguori

L'assalto all'ambiente può essere fermato

Svincolo Sud: "Un nodo ambientale di cui nessuno , in questa campagna elettorale ha ancora parlato".
Immagino che sia l'affermazione di un cronista, troppo impegnato da non avere l'opportuntà di seguire tutto quello che succede , in particolare della campagna elettorale di CASA ROSSA.
Però chi c'era alla iniziativa promossa da Legambiente con i candidati Sindaci non può non aver sentito ciò che ho detto : "Svincolo Sud: No punto !", così nelle altre iniziative come l'ultima a San Brizio, davanti a 40 persone, in cui ho ripetuto quello che in ogni iniziativa abbiamo detto.
"Si deve giudicare dai fatti e non dalle parole; a Spoleto con la mobilitazione due battaglie ambientali fondamentali sono state vinte, fermando progetti come le Biomasse e lo Svincolo Sud".
Di questo parla la nostra lista che al numero due presenta Roberto Quirino, uno dei protagonisti della lotta contro lo Svincolo Sud.
Basta poi leggere il nostro programma sull'ambiente, presente in questo momento in tutte le 14.500 famiglie di Spoleto dove al terzo punto si legge: "No allo Svincolo Sud prioposto da Brunini e dall'Assessorato alle Grandi Opere.
Nella nostra propaganda, depliant e manifesti affissi in ogni località, parlano un linguaggio che non può essere confuso "L'assalto all'ambiente può essere fermato, la battaglia per lo svincolo sud lo dimostra.
Non siamo tutti uguali, c'è chi l'ambiente lo distrugge, c'è chi se ne frega e c'è chi lo difende ad ogni costo, come abbiamo fatto noi e i nostri figli.
Aurelio Fabiani

MANIFESTO DI CASA ROSSA SULLE POLITICHE DEL LAVORO

Le elezioni del 6 e 7 giugno 2009 avvengono nel bel mezzo di una crisi strutturale del capitalismo. Una crisi in corso ormai da anni, che i governi del mondo occidentale capitalistico hanno cercato di nascondere attraverso le liberalizzazioni e la finanziarizzazione.

Sappiamo tutti quello che è accaduto: snobbando la produzione materiale e permettendo il reinvestimento degli utili non nelle aziende ma nelle borse di tutto il mondo, i governi hanno lasciato mano libera a banche e speculatori che si sono arricchiti come mai sulla pelle della gente che si fidava di loro.

Poiché una economia basata sul debito non può chiaramente sostenersi per un tempo infinito, le maggiori banche d’investimento sono miseramente crollate, portandosi dietro istituti e imprese collegate.

In questo quadro è avvenuto un autentico ribaltone ideologico. Dopo anni di esaltazione del “mercato” che era il regolatore e la cura dell’economia, oggi i governi occidentali scoprono che il mercato è malato e che lo Stato deve curare.

Infatti, con stupefacente tranquillità, i governi occidentali hanno deciso di sostenere banche, istituti finanziari e imprese in crisi, versando loro fiumi di denaro (migliaia di miliardi di euro) per evitare fallimenti e ripianare deficit, tagliando risorse allo Stato Sociale ed aumentando il debito pubblico.

L’assurdità è che i governi hanno anche la spudorata pretesa di farci credere che non sta succedendo niente, mentre la recessione economica sta producendo un impressionante impoverimento generale dei lavoratori e delle classi popolari, ormai costretti a risparmiare sui generi alimentari ed impossibilitati a pagare bollette, affitti o mutui.

Il ministro dell’economia Tremonti ha dato sfogo alla sua proverbiale creatività ed ha lasciato intendere dove reperirà i fondi per fronteggiare l’emergenza: dalle pensioni pubbliche, dal taglio delle spese sanitarie e scolastiche, dal recupero di risorse a danno dei pubblici dipendenti.

Casa Rossa contesta che ingenti risorse pubbliche vengano trasferite agli interessi dei grandi gruppi finanziari ed economici, in quanto nelle politiche del lavoro non potremo che trovarci di fronte ad un sempre maggiore asservimento del lavoro dipendente. In generale siamo contrari a qualsiasi aiuto per le imprese che non rispettano i diritti e la sicurezza dei lavoratori.

Casa Rossa, per quanto ci è possibile fare, si è subito mobilitata affinché la crisi non la paghino i ceti più deboli. Il consigliere uscente Fabiani ha proposto immediatamente tariffe scolastiche agevolate a favore delle famiglie “veramente” più povere, ma si è scontrato con il parere contrario del governo comunale.

Siamo stati e saremo al fianco dei lavoratori della Minerva che hanno visto fallire la propria azienda senza che le Istituzioni Locali abbiano saputo approntare una salvaguardia per la storica e prestigiosa fabbrica e senza che i sindacati presenti in azienda abbiano contrastato in qualche modo la chiusura della stessa.

Per quanto riguarda lo SMMT di Baiano, ci batteremo contro la privatizzazione e per il reinserimento dell’Ente alle dirette dipendenze del Ministero Difesa. In particolare si ritiene improrogabile, per il mantenimento della struttura, l’assegnazione di una nuova dirigenza e delle professionalità mancanti o che necessitano di essere reintegrate per i pensionamenti.

Casa Rossa contesta aspramente la concezione liberista dell’Amministrazione comunale uscente che ha fatto vanto del “Comune leggero”, esternalizzando e privatizzando gran parte dei servizi, con un peggioramento delle condizioni di lavoro e dei servizi resi ai cittadini.

Nella gran parte dei casi di esternalizzazione dei servizi, gli appalti sono vinti da cooperative che, snaturando i principi fondativi, frequentemente sono oggetto di forti lamentele e denunce da parte di soci-lavoratori che non vedono rispettati i propri diritti, senza controlli e verifiche dell’Ente Pubblico che ha appaltato il servizio.

Riscontriamo che nella macchina comunale, nelle S.p.A. a prevalente capitale pubblico, le sperequazioni retributive, la crescita del numero dei dirigenti e degli apicali hanno segnato le politiche amministrative, assorbendo risorse di fatto sottratte ai servizi. Siamo totalmente contrari alle consulenze esterne per ruoli e posizioni lavorative presenti all’interno dell’Ente Pubblico.

Casa Rossa concretamente si impegna alla:
Reinternalizzazione dei servizi con assunzione dei lavoratori che vi operano;
Assunzione a tempo indeterminato dei precari comunali;
Copertura (tramite concorso) dei posti vacanti nella pianta organica comunale;
Introduzione del “reddito minimo garantito” per coloro che perdono o non hanno lavoro.


Hanno elaborato il presente documento: Claudia Mesca, Maurizio Getti, Leonardo Galdini e Ettore Magrini.

giovedì 14 maggio 2009

“LE OPERAIE DEL COTONIFICIO" Il libo di Aurelio Fabiani

Dall'ITIS di Spoleto, un esempio di come la scuola passa svolgere il compito di luogo di recupero della memoria storica di una comunità, attraverso il lavoro di ricerca dei suoi insegnanti e dei suoi alunni, restituendo alla collettività Spoletina una pagina fondamentale della propria storia industriale e sociale.
"LE OPERAIE DEL COTONIFICIO" rappresenta innanzitutto questo, 80 anni di storia della città tolti dall'oblio e riportati alla luce che ci consentono di conoscere un pezzo della storia del novecento di Spoleto.
L'interesse sul libro si è dimostrato molto alto, visto che tutte le copie portate per la presentazione sono state vendute e l'autore si è dovuto dedicare con estremo piacere a scrivere una lunga serie di dediche.
All'iniziativa erano presenti la Dirigente dell'ITIS/IPSIA, Professoressa Fiorella Sagrestani, per la CUB che con il suo coordinatore nazionale Pierpaolo Lombardi ha scritto la Prefazione al libro, la Responsabile Nazionale Precari Carmela Bonvino, l'Editore Paolo Lombardi di ERA NUOVA e gli operai della Commissione Interna del Cotonificio, dagli anni '60 agli anni '80, Domenico Ceppi e Francesca Catalani.
Questi ultimi con i loro racconti hanno coinvolto in modo appassionato gli intervenuti.
In tempi difficili per la scuola che si vedrà tagliare migliaia di posti di lavoro con la cosiddetta "Riforma Gelmini", l'esempio dato dall'ITIS dimostra come la scuola pubblica vada salvaguardata oltre che per la sua funzione formativa e istruttiva, per la sua capacità di essere Centro per la Cultura di un territorio, non solo per quello che riguarda la memoria storica, ma anche per la ricerca scientifica e l'elaborazione culturale in generale.

mercoledì 13 maggio 2009

PROCESSO BRUSWOOD: CROLLA PARTE CONSISTENTE DEL CASTELLO ACCUSATORIO

La terza udienza che si è svolta oggi in Corte d’Assise a Terni, durante il processo che vede vittime 4 giovani spoletini che hanno pagato fino ad un anno di carcere e custodia cautelare il prezzo di questa che abbiamo sempre giudicato un teorema basato su interpretazioni senza prova alcuna, ha visto aggiungersi clamorosi colpi di scena, paradossalmente proprio dai testimoni dell’Accusa.
1) Per quanto riguarda il capo B), l’incendio di un cantiere a Colle San Tommaso, non possiamo non segnalare un notizia sorprendente, grave e inattesa: il giornale Il Vicenza come prova non è mai esistito!
Ricordiamo che l’unico indizio a danno di Fabiani e Dinucci, accusati di quell’episodio, è di essersi recati a Vicenza, insieme ad altri centinaia di umbri e decine di spoletini, ad una manifestazione il 17 febbraio 2007 e che poi un quotidiano locale di Vicenza sarebbe stato utilizzato per appiccare le fiamme un mese dopo (stupidi questi terroristi!).
Ora questo indizio del tutto irrilevante si è mostrato per ciò che era: un’ invenzione.
Già nella precedente udienza del 28 aprile uno dei carabinieri interrogati aveva dichiarato che il giornale utilizzato era irriconoscibile in quanto quasi completamente combusto, ma che successivamente qualche suo superiore aveva trovato fra le pagine bruciacchiate un numero di telefono ricollegabile a quello della redazione vicentina.
Ora questo carabiniere non è stato ancora sentito, le pagine bruciate non sono state mostrate, quel numero non è stato fornito e nessuno dei difensori ha potuto controllarlo.
Ma in ogni caso ciò non dimostra nulla.
Se prendiamo, ad esempio, il Corriere dell’Umbria troviamo oltre al numero della redazione di Spoleto, Foligno, Perugia, Terni, Orvieto, Città di Castello, anche quella di Arezzo, Pisa, Livorno, Viterbo, Rieti…chi ci dice che quello fosse davvero un giornale acquistato a Vicenza?
In secondo luogo, chi ci dice che fosse stato acquistato proprio il 17 febbraio?
Per due anni è stato scritto che il giornale vicentino era del 17 febbraio e che quel giorno solo Fabiani e Dinucci erano a Vicenza (cosa evidentemente falsa dato che c’erano 100mila persone, fra cui decine di spoletini).
Ora scopriamo che il giornale “probabilmente” era di Vicenza, ma le prove di questa “probabilità” non sono state mostrate, ma soprattutto scopriamo che non è vero che il giornale fosse del 17 febbraio e che questo mostrerebbe le responsabilità degli imputati, ma al contrario proprio perché i “principali sospettati” (in termini semplici: i ragazzi predestinati alla parte dei colpevoli) erano a Vicenza il 17 allora è stato dedotto 8 con un ragionamento assolutamente apodittico ) che quel giornale altro non poteva essere che del 17.
Questa notizia estremamente grave era già emersa durante la seconda udienza.
Oggi le cose si sono ulteriormente chiarite nella loro gravità : tutti i testimoni dell’Accusa nel ricostruire l’episodio non hanno fatto cenno a quel giornale, a nulla sono valsi i tentativi del PM di “cercare” le risposte o di “ricordare” che mancava qualcosa, nessuno si è ricordato di nulla.
Di più, ognuno dei testi ha fornito dichiarazioni molto diverse da quelle raccolte nell’immediato dai Carabinieri.
Ancora di più, i verbali redatti dai carabinieri sono praticamente identici tra loro, cambia solo la firma che hanno fatto apporre ai testi sentiti oggi.
E’ evidente che non potevano ricordare, i carabinieri credendo in un primo momento si trattasse di una stupidaggine (come tutti credono ancora a Spoleto) e non di “terrorismo” probabilmente avranno fatto firmare dei moduli scritti prima che non potevano corrispondere alle dichiarazioni esatte!
2) Per quanto riguarda il capo D), l’incendio dell’Ecomostro di via della Posterna, lo stesso dove i Vigili del Fuoco hanno detto che probabilmente non è di origine dolosa e lo stesso dove circa una decina di persone hanno visto Fabiani, l’unico imputato per quel reato, dalla parte opposta di Spoleto, ebbene è stato sentito un responsabile della ditta e ha dichiarato che il danno era così lieve da non aver fatto nemmeno la denuncia!
3) Per quanto riguarda la lettera ricevuta dalla Lorenzetti, in un primo momento scomparsa, sembra sia stata ritrovata.
Dobbiamo, a tal proposito, rettificare alcuni articoli comparsi sui giornali secondo i quali gli avvocati difensori si sarebbero opposti a fare gli esami su quella busta.
Non è assolutamente vero, i difensori sapendo di non avere da temere nulla sono stati gli unici a chiedere che tali esami venissero fatti, mentre il PM rispondeva, forse per prendere tempo e cercare questa maledetta busta, che ciò era inutile perché essi comunque erano negativi.
Incredibile che alcuni giornali, fra questi la pagina regionale del Corriere dell’Umbria, avessero dichiarato proprio l’esatto contrario.
Chi avesse capito male, siamo convinti oggi correggerà il tiro, dato che è stata la stessa PM a ripetere per la seconda volta in due udienze. che ogni esame (DNA, impronte, ecc) era inutile perché lo avevano già fatto loro con esito negativo.
Finalmente la lettera è stata ritrovata, è stata mostrata e tutti hanno potuto notare che vi fosse scritto un “8” e un altro “8”, questo può voler dire solo una cosa, 8 agosto e non 17 agosto, come sostenuto dai ROS. Quindi prima dell’intercettazione del 15, del “regalo” che Dinucci ha dato a Fabiani, che per i ROS in codice voleva dire “pallottole”.
Fabiani l’8 ricordiamo era in Puglia.
Oggi è stata una giornata molto importante per ristabilire la verità:
1) non c’era nessun giornale di Vicenza presso Colle San Tommaso,
2) I danni all’Ecomostro, che dalle documentazioni dei VVFF erano già emersi come probabile conseguenza di un’autocombustione, erano anche talmente insignificanti da non aver dato luogo neanche ad una denuncia,
3) nella lettera alla Lorenzetti non ci sono le impronte e la busta che la conteneva insieme a due pallottole è partita prima che queste pallottole venissero consegnate secondo l’ipotesi accusatoria e quando uno degli imputati era fuori regione.
C’e n’è abbastanza per scrivere la sesta parte della Controinchiesta e soprattutto per capire come funziona la ricerca dei “colpevoli” nella giustizia italiana.